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Riscaldamento intelligente: protagoniste le nuove stufe
Benessere del consumatore e pieno rispetto della natura: nel mondo delle stufe si è ora raggiunto un certo livello di sicurezza e la ricerca tecnologica è indirizzata a questi aspetti.
La scelta tra i combustibili, legna o pellet, vede il secondo come sempre più richiesto, ma l’acquisto della stufa dev’essere guidato da criteri di funzionalità e reali esigenze dell’utente. Si parte dall’area che si desidera riscaldare per decidere poi il tipo di calore. Tra una stufa in acciaio per il riscaldamento immediato e una stufa costruita interamente in maiolica o pietra ollare per avere un lungo accumulo di calore, si può scegliere una stufa con struttura in acciaio, ma con rivestimento laterale in maiolica o pietra.
Per una stufa a pellet bisogna programmare pulizie periodiche, così da essere sempre efficiente e una manutenzione annuale straordinaria da richiedere al centro assistenza di zona. Una stufa a legna invece richiede minori attenzioni, e comunque una verifica annuale (o ogni sei mesi in caso di utilizzo molto intenso) dello stato e pulizia della canna fumaria.
Dalle stube tipiche dell’Alto Adige alla stufa compatta di nuova generazione, abbiamo chiesto a produttori e distributori che cosa sta avvenendo in questo mercato.
“Nella nostra bottega si costruiscono maioliche. Con le mani un uomo calca e stende l’argilla in uno stampo di gesso o di legno che per un giorno risulta colmo di terra”. Così si compie il primo passo del lavoro che porta in Kachelstube alla produzione di “un prodotto finito e fatto come il progetto voleva, anzi più bello”.
Il mercato però evolve e accanto a metodi e tradizioni antichi, tramandati fino ad oggi, la tecnologia ha acquistato il suo ruolo. Tra gli esempi nei cataloghi, vi sono le stufe di Ecoteck dotate di una camera di combustione in Firex 600, un materiale a base di vermiculite, risultato dell’attività di ricerca e sviluppo condotta dall’azienda. Esso permette di raggiungere e mantenere temperature più elevate all’interno della camera di combustione, consentendo un maggior rendimento termico della stufa. Il Firex si distingue inoltre per la sua estrema resistenza alle alte temperature nonché agli shock termici, e per la sua leggerezza, che lo rende facilmente maneggiabile.
Dal Gruppo Palazzetti arriva invece Hotty, la prima stufa con potenza 5,3 kW e con rendimento del 91,5%, il tutto in soli 50 cm di larghezza.
Tre sono i concetti fondamentali in questo comparto: rispetto per l’ambiente, comfort e design. Basandosi su questi punti si dà una direzione alla produzione.
Con l’utilizzo di materiali ecologici ed ecocompatibili, con una ricerca volta alla facilità di utilizzo garantita per esempio dal display comandi touch screen, che permette un’installazione anche a vari metri di distanza, le aziende compiono passi avanti su quelli che sono i temi maggiori della ricerca. Se il design è un punto d’attenzione, la sicurezza si concretizza nell’aver dotato le stufe di autodiagnostica costante per la corretta combustione e il regolare funzionamento. Anche i particolari contano, specialmente quelli che implicano lavori noiosi. Ecco quindi che la pulizia del braciere diventa automatica, per una ridotta manutenzione e il cassetto cenere è estraibile. Nelle stufe Ecoteck il vetro ceramico serigrafato resistente a 750 °C è dotato di un sistema di pulizia automatico, garantendo quindi un elevato grado di comodità all’utente finale.
Abbiamo accennato al discorso sicurezza che in questo settore si traduce soprattutto in prevenzione degli incidenti. Cola fa notare che “con l'introduzione e la corretta applicazione delle normative esistenti, il livello di sicurezza richiesto e applicato nei prodotti è notevolmente migliorato, in quanto in fase di omologazione dei prodotti i controlli effettuati sui dispositivi di sicurezza sono diventati più puntuali e severi”. L’azienda però avverte che è necessario un notevole miglioramento del controllo e della verifica sui prodotti presenti nel mercato e sopratutto di quelli testati e omologati negli anni passati.
Sulla stessa scia, Ctp aggiunge che “un maggior controllo consentirebbe di alzare al di sopra della media la soglia della qualità di un prodotto. Questo inoltre darebbe la possibilità di escludere dal mercato chi non ha rispetto per quanto le regole effettivamente impongono”.
Fondamentale appare il ruolo degli istituti europei, le cui certificazioni attestano formalmente che il prodotto è stato controllato e omologato in conformità alle norme dell’ente stesso.
Un suggerimento da parte di L’Artistico spinge a riflettere su un metodo immediato ed efficace di controllo: tramite un prelievo a campione dall’ente, che ha certificato i prodotti e senza alcun preavviso al produttore.
In tema di sicurezza interviene anche Oekotherm: “sarebbe senz’altro opportuno seguire l’esempio di altri Paesi europei, dove svolge un ruolo molto più importante lo spazzacamino, che non è solo responsabile per la regolare pulizia della canna fumaria, ma anche per il controllo della corretta installazione e manutenzione di stufe e caminetti a legna”.
Anche Ungaro punta l’attenzione sulle installazioni, infatti, la normativa inerente al controllo si limita al produttore delle macchine, ma chi certifica le installazioni come accade invece in altri Stati? L’azienda propone quindi l’istituzione di un’organizzazione specifica per evitare quei problemi di sicurezza dovuti alla mancanza di rispetto delle istruzioni di montaggio fornite dai fabbricanti.
Combustione ed emissioni sono strettamente collegate al tipo di combustibile impiegato. Se quindi viene utilizzato un materiale di scarsa qualità, si rischia di compromettere il risultato finale. Oggi, l’abbattimento dei costi per l’acquisto del combustibile e il rispetto dell’ambiente sono assicurati dal pellet. A differenza della legna, esso dà la possibilità di essere stoccato anche all’interno dell’abitazione, in quanto sporca in minima parte o addirittura nulla. Si rivela inoltre un combustibile molto pulito, poiché le sue emissioni nell’ambiente sono molto basse e, quindi, permette di salvaguardare il nostro ambiente. Insieme alla legna, il pellet risulta più economico rispetto ai tradizionali combustibili fossili quali il petrolio e il gas metano. Inoltre, sottolineano in Olimpia Splendid, questo progressivo uso delle biomasse (pellet, mais ecc.) ha permesso anche il diffondersi di stufe innovative che possono funzionare con combustibili diversi.
“Le biomasse rispettano il ciclo della natura - spiegano da Palazzetti. Grazie al sole, con la fotosintesi clorofilliana le piante assorbono l’anidride carbonica dell’atmosfera, recuperano il carbonio utile alla loro crescita e sprigionano ossigeno indispensabile alla nostra vita e a quella del pianeta. Il legno degli alberi è un prodotto della fotosintesi, è fatto di carbonio. Bruciando la legna, con una corretta combustione, il carbonio si combina con l’ossigeno dell’aria e produce l’esatta quantità di anidride carbonica che era stata assorbita dall’albero nel suo ciclo vitale. Nulla va sprecato con la legna”.
Riguardo alle stufe a pellet, Oekotherm fa una precisazione, poiché ritiene che sia necessario “tener conto del notevole impatto ambientale del trasporto della biomassa all’impianto di pellettizzazione e soprattutto della sua trasformazione in pellet e del trasporto fino all’utilizzatore finale”.
Obiettivo delle aziende è quindi la realizzazione di prodotti che possano conciliare nel migliore dei modi le esigenze dello sviluppo economico con la salvaguardia dell’ambiente.
Come detto la sicurezza è indispensabile per la prevenzione degli incidenti; non solo è il primo criterio per la scelta, ma dev’essere anche testimoniata dalle certificazioni correlate all’apparecchio. Certi di quanto dichiarato dal produttore, è opportuno arrivare all’acquisto avendo in mente che cosa si cerca e per quale scopo. Alcuni punti principali sono: il numero di stanze e il volume da riscaldare; il tipo di isolamento della casa e in quale luogo si trova l'abitazione, avvertono da De Biasi. Ma pure se si desidera riscaldare anche l’acqua per i termosifoni; se si preferisce il carico manuale (legna) o quello automatico (pellet); l’accensione e lo spegnimento automatici; quali sono gli spazi disponibili e infine le scelte estetiche.
Come affermano da Italiana Camini: “la prima cosa è cercare il marchio, affidarsi ad un’azienda che opera nel settore da decenni e, si occupa solo di quello è sicuramente gia una scelta di tranquillità futura. In secondo, valutare la componentistica e i materiali che compongono la stufa: la ghisa ad esempio ha indiscutibilmente una resa, una durata e perché no, un fascino superiore ad ogni altro materiale. In ultimo, ma sempre nelle cose importanti da tenere presente per un acquisto: le prestazioni. I dati dichiarati devono corrispondere a verità e quindi la certificazione di un organo competente in materia che viene allegata alla stufa deve essere sempre richiesta. Con questa si ha la certezza che l’apparecchio sia dimensionato esattamente per l’impiego che ne faremo”.
Bisogna poi fare attenzione al fatto che è il produttore a decidere a quale potenza nominale far approvare i propri prodotti. Spiegano infatti da Oekotherm che: “produttori italiani, il cui mercato più importante è in Italia ovviamente omologano le loro stufe con una potenza nominale piuttosto alta, mentre per esempio i produttori della Germania, la cui clientela cerca prodotti con poca potenza per riscaldare spazi piuttosto piccoli, fanno approvare i loro prodotti con potenze basse. Può quindi succedere che facendo il confronto tra una stufa italiana ed una stufa tedesca di (reale) potenza uguale, su catalogo le potenze nominali specificate dai produttori siano molto diverse”.
A seconda del modello, si ottengono inoltre effetti diversi. Una stufa in acciaio è indicata per il riscaldamento immediato, una stufa costruita interamente in maiolica o pietra ollare per avere un lungo accumulo di calore, oppure si può optare per una stufa con struttura in acciaio, ma con rivestimento laterale in maiolica o pietra.
La posa del prodotto poi dev’essere eseguita da posatori professionisti, per verificare l’esistenza o meno di una canna fumaria idonea all'apparecchiatura (sezione e altezza). Le caratteristiche della canna fumaria da utilizzare vengono indicate dal costruttore nel libretto di installazione, uso e manutenzione. Se la canna fumaria esistente non è idonea all'apparecchiatura, deve essere realizzata o adeguata all'esigenze di funzionamento dell'apparecchiatura.
Saper comunicare in modo adeguato è un requisito essenziale per un’azienda. E il discorso riguarda sia la comunicazione al rivenditore sia al cliente finale. La formazione appare un tema di grande attualità e su cui le aziende investono. Corsi di formazione e corsi di aggiornamento sono organizzati dalle aziende nelle loro sedi o presso i clienti, mensilmente o anche settimanalmente.
Il caso di L’Artistico è emblematico: dal 1989 l’azienda si dedica alla formazione e ha implementato negli ultimi 6-7 anni i propri corsi di formazione con la collaborazione della scuola Fuspa di Anfus (Associazione nazionale fumisti e spazzacamini).
In casa Ungaro si dà molto spazio alla formazione tecnica dei rivenditori e i risultati migliori si sono evidenziati proprio nei punti vendita dove il personale presente esegue sopralluoghi, installazioni e manutenzioni per proprio conto. Un appuntamento settimanale con i rivenditori prevede la partecipazione a corsi di formazione per conoscere meglio gli apparecchi. E per il punto vendita, espositori pubblicitari, tabelle luminose, personalizzazione di cataloghi per il pubblico, e tutta una offerta di merchandising utile alla propaganda specializzata. Raccolgono subito l’attenzione i furgoni espositivi e le casette in legno attrezzate con stufe che possono essere accese per dimostrazioni presso il punto vendita stesso, oppure in occasione di manifestazioni fieristiche a cui il rivenditore vuole partecipare.
Altra ipotesi di incontro è proposta da Oekotherm: “quando allestiamo una nuova sala mostra da un rivenditore, contemporaneamente cerchiamo di far in maniera che siano presenti sia venditori che installatori delle stufe, in modo che entrambi possano vedere come si montano le stufe e per poter spiegare direttamente tutti i particolari del prodotto”. Il motivo dell’efficacia di questo approccio è presto detto: i rivenditori sono il primo contatto con il consumatore finale e devono trovare una soluzione ottimale per ogni singolo cliente.
Un suggerimento viene da Ungaro che propone di organizzare il punto vendita in modo da accrescere la curiosità del consumatore finale durante la visita al negozio. L’esposizione migliore non deve prendere in considerazione solo il prodotto, ma presentarlo acceso e abbinato a proposte di arredamento così da ricreare ambienti di uso quotidiano, dal salotto alla cucina. Lo scopo è non solo vedere l’apparecchio da vicino per conoscerlo meglio, ma anche rappresentare come verrebbe vissuto e integrato in casa.
Anche per la GDO e la GDS vengono organizzati corsi di formazione, rivolta agli addetti alla vendita specifica, in modo da indirizzare ed educare il consumatore alla scelta e all’uso corretto del prodotto.
“Il mercato oltre che essere affollato, è globale, è spietato, è ogni giorno diversamente strutturato e complesso” dichiarano da Royal 1915. Come essere quindi competitivi?
Continua ricerca su tecnologia e design sono i punti di partenza per le principali aziende, cui si unisce un buon servizio tradotto in termini di assistenza al prodotto e monitoraggio del grado di soddisfazione dell’utente.
In Caminetti Montegrappa si afferma che “le nostre strategie di sviluppo per i prossimi anni vertono proprio su una sempre maggiore focalizzazione su prodotti tecnologici e di design, sulla valorizzazione dei nostri apparecchi, in sintonia con la crescente importanza del riscaldamento tramite energie rinnovabili come la legna e sull’incremento della notorietà del marchio e lo sviluppo in nuovi e diversi mercati, facendo leva su due punti di forza di Caminetti Montegrappa, la leadership di prodotto e il valore del Made in Italy”.
Per la ricerca vengono quindi adibiti uffici preposti esclusivamente allo sviluppo di nuovi prodotti, in modo che questi prima di essere immessi sul mercato abbiano subito dei controlli di qualità molto ferrei. La completa soddisfazione del cliente all’atto dell’acquisto è così garantita. È l’esperienza acquisita negli anni dalle aziende, inoltre, che le porta poi a rispondere prontamente alle rinnovate esigenze del mercato.
Ma attenzione, “l’affollamento del mercato non impedisce comunque che il mercato stesso possa avere un grande potenziale e ottimi orizzonti di sviluppo” dichiarano da Kingfire by Schiedel. “Per ritornare al tema ecologico, un importante aiuto da parte delle istituzioni, come già avviene per l’energia solare e le altre energie rinnovabili, potrebbe certamente favorire migliori sviluppi di mercato, rendendo meno preoccupante la questione dell’affollamento”.
La scelta tra i combustibili, legna o pellet, vede il secondo come sempre più richiesto, ma l’acquisto della stufa dev’essere guidato da criteri di funzionalità e reali esigenze dell’utente. Si parte dall’area che si desidera riscaldare per decidere poi il tipo di calore. Tra una stufa in acciaio per il riscaldamento immediato e una stufa costruita interamente in maiolica o pietra ollare per avere un lungo accumulo di calore, si può scegliere una stufa con struttura in acciaio, ma con rivestimento laterale in maiolica o pietra.
Per una stufa a pellet bisogna programmare pulizie periodiche, così da essere sempre efficiente e una manutenzione annuale straordinaria da richiedere al centro assistenza di zona. Una stufa a legna invece richiede minori attenzioni, e comunque una verifica annuale (o ogni sei mesi in caso di utilizzo molto intenso) dello stato e pulizia della canna fumaria.
Dalle stube tipiche dell’Alto Adige alla stufa compatta di nuova generazione, abbiamo chiesto a produttori e distributori che cosa sta avvenendo in questo mercato.
Una tradizione che si rinnova
“Nella nostra bottega si costruiscono maioliche. Con le mani un uomo calca e stende l’argilla in uno stampo di gesso o di legno che per un giorno risulta colmo di terra”. Così si compie il primo passo del lavoro che porta in Kachelstube alla produzione di “un prodotto finito e fatto come il progetto voleva, anzi più bello”.
Il mercato però evolve e accanto a metodi e tradizioni antichi, tramandati fino ad oggi, la tecnologia ha acquistato il suo ruolo. Tra gli esempi nei cataloghi, vi sono le stufe di Ecoteck dotate di una camera di combustione in Firex 600, un materiale a base di vermiculite, risultato dell’attività di ricerca e sviluppo condotta dall’azienda. Esso permette di raggiungere e mantenere temperature più elevate all’interno della camera di combustione, consentendo un maggior rendimento termico della stufa. Il Firex si distingue inoltre per la sua estrema resistenza alle alte temperature nonché agli shock termici, e per la sua leggerezza, che lo rende facilmente maneggiabile.
Dal Gruppo Palazzetti arriva invece Hotty, la prima stufa con potenza 5,3 kW e con rendimento del 91,5%, il tutto in soli 50 cm di larghezza.
Tre sono i concetti fondamentali in questo comparto: rispetto per l’ambiente, comfort e design. Basandosi su questi punti si dà una direzione alla produzione.
Con l’utilizzo di materiali ecologici ed ecocompatibili, con una ricerca volta alla facilità di utilizzo garantita per esempio dal display comandi touch screen, che permette un’installazione anche a vari metri di distanza, le aziende compiono passi avanti su quelli che sono i temi maggiori della ricerca. Se il design è un punto d’attenzione, la sicurezza si concretizza nell’aver dotato le stufe di autodiagnostica costante per la corretta combustione e il regolare funzionamento. Anche i particolari contano, specialmente quelli che implicano lavori noiosi. Ecco quindi che la pulizia del braciere diventa automatica, per una ridotta manutenzione e il cassetto cenere è estraibile. Nelle stufe Ecoteck il vetro ceramico serigrafato resistente a 750 °C è dotato di un sistema di pulizia automatico, garantendo quindi un elevato grado di comodità all’utente finale.
Sicurezza e prevenzione
Abbiamo accennato al discorso sicurezza che in questo settore si traduce soprattutto in prevenzione degli incidenti. Cola fa notare che “con l'introduzione e la corretta applicazione delle normative esistenti, il livello di sicurezza richiesto e applicato nei prodotti è notevolmente migliorato, in quanto in fase di omologazione dei prodotti i controlli effettuati sui dispositivi di sicurezza sono diventati più puntuali e severi”. L’azienda però avverte che è necessario un notevole miglioramento del controllo e della verifica sui prodotti presenti nel mercato e sopratutto di quelli testati e omologati negli anni passati.
Sulla stessa scia, Ctp aggiunge che “un maggior controllo consentirebbe di alzare al di sopra della media la soglia della qualità di un prodotto. Questo inoltre darebbe la possibilità di escludere dal mercato chi non ha rispetto per quanto le regole effettivamente impongono”.
Fondamentale appare il ruolo degli istituti europei, le cui certificazioni attestano formalmente che il prodotto è stato controllato e omologato in conformità alle norme dell’ente stesso.
Un suggerimento da parte di L’Artistico spinge a riflettere su un metodo immediato ed efficace di controllo: tramite un prelievo a campione dall’ente, che ha certificato i prodotti e senza alcun preavviso al produttore.
In tema di sicurezza interviene anche Oekotherm: “sarebbe senz’altro opportuno seguire l’esempio di altri Paesi europei, dove svolge un ruolo molto più importante lo spazzacamino, che non è solo responsabile per la regolare pulizia della canna fumaria, ma anche per il controllo della corretta installazione e manutenzione di stufe e caminetti a legna”.
Anche Ungaro punta l’attenzione sulle installazioni, infatti, la normativa inerente al controllo si limita al produttore delle macchine, ma chi certifica le installazioni come accade invece in altri Stati? L’azienda propone quindi l’istituzione di un’organizzazione specifica per evitare quei problemi di sicurezza dovuti alla mancanza di rispetto delle istruzioni di montaggio fornite dai fabbricanti.
Ecologia: parliamo di pellet
Combustione ed emissioni sono strettamente collegate al tipo di combustibile impiegato. Se quindi viene utilizzato un materiale di scarsa qualità, si rischia di compromettere il risultato finale. Oggi, l’abbattimento dei costi per l’acquisto del combustibile e il rispetto dell’ambiente sono assicurati dal pellet. A differenza della legna, esso dà la possibilità di essere stoccato anche all’interno dell’abitazione, in quanto sporca in minima parte o addirittura nulla. Si rivela inoltre un combustibile molto pulito, poiché le sue emissioni nell’ambiente sono molto basse e, quindi, permette di salvaguardare il nostro ambiente. Insieme alla legna, il pellet risulta più economico rispetto ai tradizionali combustibili fossili quali il petrolio e il gas metano. Inoltre, sottolineano in Olimpia Splendid, questo progressivo uso delle biomasse (pellet, mais ecc.) ha permesso anche il diffondersi di stufe innovative che possono funzionare con combustibili diversi.
“Le biomasse rispettano il ciclo della natura - spiegano da Palazzetti. Grazie al sole, con la fotosintesi clorofilliana le piante assorbono l’anidride carbonica dell’atmosfera, recuperano il carbonio utile alla loro crescita e sprigionano ossigeno indispensabile alla nostra vita e a quella del pianeta. Il legno degli alberi è un prodotto della fotosintesi, è fatto di carbonio. Bruciando la legna, con una corretta combustione, il carbonio si combina con l’ossigeno dell’aria e produce l’esatta quantità di anidride carbonica che era stata assorbita dall’albero nel suo ciclo vitale. Nulla va sprecato con la legna”.
Riguardo alle stufe a pellet, Oekotherm fa una precisazione, poiché ritiene che sia necessario “tener conto del notevole impatto ambientale del trasporto della biomassa all’impianto di pellettizzazione e soprattutto della sua trasformazione in pellet e del trasporto fino all’utilizzatore finale”.
Obiettivo delle aziende è quindi la realizzazione di prodotti che possano conciliare nel migliore dei modi le esigenze dello sviluppo economico con la salvaguardia dell’ambiente.
Scegliere il prodotto giusto
Come detto la sicurezza è indispensabile per la prevenzione degli incidenti; non solo è il primo criterio per la scelta, ma dev’essere anche testimoniata dalle certificazioni correlate all’apparecchio. Certi di quanto dichiarato dal produttore, è opportuno arrivare all’acquisto avendo in mente che cosa si cerca e per quale scopo. Alcuni punti principali sono: il numero di stanze e il volume da riscaldare; il tipo di isolamento della casa e in quale luogo si trova l'abitazione, avvertono da De Biasi. Ma pure se si desidera riscaldare anche l’acqua per i termosifoni; se si preferisce il carico manuale (legna) o quello automatico (pellet); l’accensione e lo spegnimento automatici; quali sono gli spazi disponibili e infine le scelte estetiche.
Come affermano da Italiana Camini: “la prima cosa è cercare il marchio, affidarsi ad un’azienda che opera nel settore da decenni e, si occupa solo di quello è sicuramente gia una scelta di tranquillità futura. In secondo, valutare la componentistica e i materiali che compongono la stufa: la ghisa ad esempio ha indiscutibilmente una resa, una durata e perché no, un fascino superiore ad ogni altro materiale. In ultimo, ma sempre nelle cose importanti da tenere presente per un acquisto: le prestazioni. I dati dichiarati devono corrispondere a verità e quindi la certificazione di un organo competente in materia che viene allegata alla stufa deve essere sempre richiesta. Con questa si ha la certezza che l’apparecchio sia dimensionato esattamente per l’impiego che ne faremo”.
Bisogna poi fare attenzione al fatto che è il produttore a decidere a quale potenza nominale far approvare i propri prodotti. Spiegano infatti da Oekotherm che: “produttori italiani, il cui mercato più importante è in Italia ovviamente omologano le loro stufe con una potenza nominale piuttosto alta, mentre per esempio i produttori della Germania, la cui clientela cerca prodotti con poca potenza per riscaldare spazi piuttosto piccoli, fanno approvare i loro prodotti con potenze basse. Può quindi succedere che facendo il confronto tra una stufa italiana ed una stufa tedesca di (reale) potenza uguale, su catalogo le potenze nominali specificate dai produttori siano molto diverse”.
A seconda del modello, si ottengono inoltre effetti diversi. Una stufa in acciaio è indicata per il riscaldamento immediato, una stufa costruita interamente in maiolica o pietra ollare per avere un lungo accumulo di calore, oppure si può optare per una stufa con struttura in acciaio, ma con rivestimento laterale in maiolica o pietra.
La posa del prodotto poi dev’essere eseguita da posatori professionisti, per verificare l’esistenza o meno di una canna fumaria idonea all'apparecchiatura (sezione e altezza). Le caratteristiche della canna fumaria da utilizzare vengono indicate dal costruttore nel libretto di installazione, uso e manutenzione. Se la canna fumaria esistente non è idonea all'apparecchiatura, deve essere realizzata o adeguata all'esigenze di funzionamento dell'apparecchiatura.
Informazione: al rivenditore e al consumatore
Saper comunicare in modo adeguato è un requisito essenziale per un’azienda. E il discorso riguarda sia la comunicazione al rivenditore sia al cliente finale. La formazione appare un tema di grande attualità e su cui le aziende investono. Corsi di formazione e corsi di aggiornamento sono organizzati dalle aziende nelle loro sedi o presso i clienti, mensilmente o anche settimanalmente.
Il caso di L’Artistico è emblematico: dal 1989 l’azienda si dedica alla formazione e ha implementato negli ultimi 6-7 anni i propri corsi di formazione con la collaborazione della scuola Fuspa di Anfus (Associazione nazionale fumisti e spazzacamini).
In casa Ungaro si dà molto spazio alla formazione tecnica dei rivenditori e i risultati migliori si sono evidenziati proprio nei punti vendita dove il personale presente esegue sopralluoghi, installazioni e manutenzioni per proprio conto. Un appuntamento settimanale con i rivenditori prevede la partecipazione a corsi di formazione per conoscere meglio gli apparecchi. E per il punto vendita, espositori pubblicitari, tabelle luminose, personalizzazione di cataloghi per il pubblico, e tutta una offerta di merchandising utile alla propaganda specializzata. Raccolgono subito l’attenzione i furgoni espositivi e le casette in legno attrezzate con stufe che possono essere accese per dimostrazioni presso il punto vendita stesso, oppure in occasione di manifestazioni fieristiche a cui il rivenditore vuole partecipare.
Altra ipotesi di incontro è proposta da Oekotherm: “quando allestiamo una nuova sala mostra da un rivenditore, contemporaneamente cerchiamo di far in maniera che siano presenti sia venditori che installatori delle stufe, in modo che entrambi possano vedere come si montano le stufe e per poter spiegare direttamente tutti i particolari del prodotto”. Il motivo dell’efficacia di questo approccio è presto detto: i rivenditori sono il primo contatto con il consumatore finale e devono trovare una soluzione ottimale per ogni singolo cliente.
Un suggerimento viene da Ungaro che propone di organizzare il punto vendita in modo da accrescere la curiosità del consumatore finale durante la visita al negozio. L’esposizione migliore non deve prendere in considerazione solo il prodotto, ma presentarlo acceso e abbinato a proposte di arredamento così da ricreare ambienti di uso quotidiano, dal salotto alla cucina. Lo scopo è non solo vedere l’apparecchio da vicino per conoscerlo meglio, ma anche rappresentare come verrebbe vissuto e integrato in casa.
Anche per la GDO e la GDS vengono organizzati corsi di formazione, rivolta agli addetti alla vendita specifica, in modo da indirizzare ed educare il consumatore alla scelta e all’uso corretto del prodotto.
Essere competitivi
“Il mercato oltre che essere affollato, è globale, è spietato, è ogni giorno diversamente strutturato e complesso” dichiarano da Royal 1915. Come essere quindi competitivi?
Continua ricerca su tecnologia e design sono i punti di partenza per le principali aziende, cui si unisce un buon servizio tradotto in termini di assistenza al prodotto e monitoraggio del grado di soddisfazione dell’utente.
In Caminetti Montegrappa si afferma che “le nostre strategie di sviluppo per i prossimi anni vertono proprio su una sempre maggiore focalizzazione su prodotti tecnologici e di design, sulla valorizzazione dei nostri apparecchi, in sintonia con la crescente importanza del riscaldamento tramite energie rinnovabili come la legna e sull’incremento della notorietà del marchio e lo sviluppo in nuovi e diversi mercati, facendo leva su due punti di forza di Caminetti Montegrappa, la leadership di prodotto e il valore del Made in Italy”.
Per la ricerca vengono quindi adibiti uffici preposti esclusivamente allo sviluppo di nuovi prodotti, in modo che questi prima di essere immessi sul mercato abbiano subito dei controlli di qualità molto ferrei. La completa soddisfazione del cliente all’atto dell’acquisto è così garantita. È l’esperienza acquisita negli anni dalle aziende, inoltre, che le porta poi a rispondere prontamente alle rinnovate esigenze del mercato.
Ma attenzione, “l’affollamento del mercato non impedisce comunque che il mercato stesso possa avere un grande potenziale e ottimi orizzonti di sviluppo” dichiarano da Kingfire by Schiedel. “Per ritornare al tema ecologico, un importante aiuto da parte delle istituzioni, come già avviene per l’energia solare e le altre energie rinnovabili, potrebbe certamente favorire migliori sviluppi di mercato, rendendo meno preoccupante la questione dell’affollamento”.
Una ricerca sul settore | |
Da uno studio svolto dall’Osservatorio Strategico degli Apparecchi Domestici e Professionali - Ceced Italia riportiamo alcuni dati inerenti il settore “Caminetti e Stufe”. Nel 2006 si stima che in Italia il comparto abbia prodotto circa 700 mila macchine, di cui quasi il 50% sono alimentate a pellet. In particolare, la produzione di stufe a legna è stata di 90.000 pezzi e di caminetti e stufe a pellet di 300.000. Il valore complessivo delle macchine prodotte nel 2006 è stato di 840 milioni di euro. Circa il 20% è stato esportato e venduto prevalentemente nei mercati del Nord Europa. Le importazioni sono risultate inferiori ai 100 milioni di euro e hanno rappresentato poco di più del 10% del mercato nazionale. Dando uno sguardo al commercio a livello mondiale si scopre che è pari a poco più di 2 miliardi e mezzo di euro. Nel corso degli anni Novanta esso è risultato in forte crescita, con tassi di variazione attorno al 20% medio annuo, segnalando come il processo di globalizzazione dell’economia mondiale stia interessando anche questo settore. Circa il 50% del commercio mondiale è rappresentato da flussi all’interno dell’Europa. L’Italia condivide con molti altri Paesi una quota significativa di questi flussi; in ordine di importanza, sono Germania e Ungheria, Danimarca, Belgio, Repubblica Ceca, Francia e Austria. L’elemento che ha maggiormente caratterizzato il commercio mondiale di “Caminetti e Stufe” è stata la forte crescita che hanno registrato i flussi di commercio tra le diverse aree mondiali. Protagonista è la Cina le cui esportazioni superano nettamente quelle di Italia e Germania considerate insieme. Tra i mercati europei si segnalano flussi significativi di importazioni cinesi nel Regno Unito: in pochi anni, queste hanno quasi raggiunto il livello delle importazioni dall’Italia. Fonte: Osservatorio Strategico degli Apparecchi Domestici e Professionali - Ceced Italia 2008, a cura di Marcello Antonioni e Luigi Bidoia - Prometeia. |
Pellet e legna insieme | |
Tra le possibilità di utilizzo dei combustibili c’è anche quella di combinare l’uso della legna con il pellet. Bi-Co Fire è un apparecchio, realizzato con un brevetto esclusivo di Ungaro, con due camere di combustione che lavorano separatamente o insieme indifferentemente. Il funzionamento a pellet può avvenire attraverso un’accensione programmata, ma si può lavorare in combinazione anche con la legna. Per capire meglio un possibile utilizzo, l’azienda ci ha fatto un esempio. ”Immaginiamo di programmare l’accensione della termostufa alle 5 del mattino in modo che alle 7, quando ci si sveglia, l’abitazione sia calda. A questo punto si accende la legna nella seconda camera di combustione. Quando la temperatura della combustione della legna sarà idonea, automaticamente il carico del pellet diminuirà sino al minimo e l’apparecchio manterrà la temperatura dell’acqua di riscaldamento solo con la legna. Nel momento in cui si esce di casa, e non c’è più nessuno che carichi la legna, questa si esaurisce. Sempre in modo automatico, il pellet riprenderà a scendere in misura maggiore per mantenere alta la temperatura impostata dell’acqua di riscaldamento”. |
Appuntamento sul Web | |
Oggi ci si incontra in internet. O meglio si scopre comodamente da casa che cosa offre il mercato, quali sono le novità in termini di prodotti, tecnologie e prestazioni. “In passato si dovevano inviare un po’ in tutti gli angoli del Paese le presentazioni su carta dei prodotti che si realizzavano” dichiara qualche azienda. Per la trasmissione delle informazioni oggi si sceglie internet. Un cliente, un rivenditore, una persona curiosa possono avvicinarsi a questo settore e scoprirne le peculiarità o approfondirne la conoscenza. Il Web è diventato quindi una vetrina per “poter spiegare ciò che facciamo, perché lo facciamo e come lo facciamo”. Un sito di facile consultazione crea un rapporto con il cliente che, nei modi e nei tempi prescelti, ricerca le informazioni di suo interesse. |
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