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Tutti consulenti...
Opero attivamente nell’affascinante mondo dei garden da oltre dieci anni e ogni giorno desidero saperne di più: più ricerco e più mi faccio domande, più trovo soluzioni e più voglia mi viene di ricercare ancora.
Mi domando se il mio comportamento sia “normale” in un mondo, quello dei garden appunto, in cui tutti sanno già tutto. Tutti hanno una risposta, un consiglio, un’idea, un suggerimento da amico, per non parlare di chi detiene la conoscenza assoluta del settore: sono tutti “consulenti”, in una parola.
I primi consulenti sono i titolari dei garden stessi: basta che uno abbia un’azienda da qualche anno. Non importano i risultati che ottiene, come vanno i suoi conti, come va il rapporto con il proprio personale, come siano i rapporti all’interno della proprietà (spesso i titolari di garden sono gruppi familiari), come sia aggiornata l’esposizione nei vari settori, quale sia l’offerta merceologica, la posizione geografica in cui opera, il bacino d’utenza o il livello culturale... lui sa tutto. Conosce le esigenze della clientela, sa esporre la merce come nessun altro, sa “a occhio” cosa rende di più, ecc.
Entra in un garden di un collega, fa un giro veloce (perché di norma ha poco tempo) e ha già capito tutto: ti sa dire il fatturato che dovrebbe fare, ti dice le cose che non vanno e difficilmente vede le cose positive. A meno che si tratti di un nome famoso o amico perché in quel caso vede tutto stupendo (indipendentemente se quello che vede è veramente valido) ma non adatto a lui.
Quando trova un collega disposto ad ascoltarlo, lo prende “sotto l’ala” e gli dice cosa deve fare: ovviamente se quello, in seguito, ha successo è solo merito dei suoi consigli, mentre se non va bene è dovuto alla sua incapacità e al fatto che ha fatto di testa sua senza seguire il “maestro”.
Poi ci sono i geometri di fiducia, intendendo in questa categoria anche architetti e ingegneri, cioè quei tecnici che hanno affiancato i titolari nella realizzazione delle strutture. Loro sono “consulenti” esperti, hanno fatto le cose più stravaganti in nome della loro esperienza, sono gli artefici di tante costruzioni fatte, demolite e ricostruite, lavorando fianco a fianco dei titolari e risolvendo le innumerevoli problematiche con le amministrazioni comunali. Quando vengono contattati da un imprenditore che vuole realizzare un garden dispensano le loro prestazioni da esperti in nome dell’esperienza acquisita. Anche in campi che richiedono competenze specifiche, come il merchandising, il facing e la motivazione del personale.
Poi ci sono i commercialisti, che hanno assistito al successo repentino del garden del loro cliente. Il più delle volte non sapevano di cosa si trattasse all’inizio del rapporto, poi, vedendo i numeri, si sono prodigati in mille consigli. Sono quelli che hanno fatto fare un numero imprecisato di aziende al loro cliente, scoprendo poi che spesso ne basta una sola. Sono quindi disponibili ad assistere altri gardenisti in quanto esperti di questo settore: è tale la confusione legislativa che c’è posto per tutti e tutti hanno la soluzione giusta.
Poi ci sono i “rappresentanti amici”: quelli che, in funzione delle tante visite ai tanti clienti, sanno dare i consigli in ogni settore del garden, cercando di trasferire quello che ritengono valido da una realtà all’altra.
Poi ci sono gli esperti delle ditte fornitrici, che in nome delle loro conoscenze sono pronti a dispensare consigli su come si deve esporre, cosa mettere in primo piano e quello che c’è da fare (o non fare) sul punto vendita.
Poi ci sono gli arredatori: figura emergente nei garden e molto importante ma che spesso va oltre la sua responsabilità e capacità. Sempre pronti a replicare quello che hanno già realizzato in altre realtà e venderla come novità assoluta.
E si potrebbe continuare a lungo, perché ci sono sempre figure nuove che si affacciano nel settore: d’altronde la richiesta del mercato c’è a tutti i livelli (dai garden piccoli a quelli più grandi, da quelli indipendenti e quelli organizzati).
Limitandoci a queste categorie, mi sembra però giusto ribadire alcuni concetti, perchè non è mai corretto generalizzare.
Ci sono titolari di garden illuminati, preparati, con grande esperienza nella gestione delle loro aziende. Persone di successo che hanno raggiunto progressivamente gli obiettivi che si erano prefissi e a cui è giusto dare ascolto.
Ci sono geometri di fiducia, professionisti molto preparati e con grande conoscenza delle normative locali; gente sempre pronta a superare le problematiche che ogni giorno l’imprenditore deve affrontare sul territorio.
Ci sono commercialisti, professionisti esperti nel campo finanziario, che sanno tutelare e indirizzare correttamente le scelte economiche dell’impresa.
Ci sono rappresentanti davvero esperti, che conoscono i punti di forza e di debolezza dei loro clienti e conoscono le problematiche di vendita collegate ai loro prodotti.
Ci sono fornitori sempre più preparati e aggiornati sulle tendenze di mercato, alla ricerca continua di nuove proposte per mantenere livelli sempre più elevati di collaborazione con i clienti.
Ci sono arredatori che stanno facendo cose bellissime nel nostro settore, rendendo i garden center italiani sempre più eleganti e raffinati.
In sintesi, c’è anche un “mondo” di belle persone, sicuramente preparate e di successo. Se viste all’interno del loro ruolo: ma qual è il risultato nella veste di consulenti a 360° presso garden center spesso molto diversi tra loro? Qual è, allora, la figura del consulente?
La risposta, ammesso che ci sia, la rimandiamo a un prossimo intervento.
Mi domando se il mio comportamento sia “normale” in un mondo, quello dei garden appunto, in cui tutti sanno già tutto. Tutti hanno una risposta, un consiglio, un’idea, un suggerimento da amico, per non parlare di chi detiene la conoscenza assoluta del settore: sono tutti “consulenti”, in una parola.
I primi consulenti sono i titolari dei garden stessi: basta che uno abbia un’azienda da qualche anno. Non importano i risultati che ottiene, come vanno i suoi conti, come va il rapporto con il proprio personale, come siano i rapporti all’interno della proprietà (spesso i titolari di garden sono gruppi familiari), come sia aggiornata l’esposizione nei vari settori, quale sia l’offerta merceologica, la posizione geografica in cui opera, il bacino d’utenza o il livello culturale... lui sa tutto. Conosce le esigenze della clientela, sa esporre la merce come nessun altro, sa “a occhio” cosa rende di più, ecc.
Entra in un garden di un collega, fa un giro veloce (perché di norma ha poco tempo) e ha già capito tutto: ti sa dire il fatturato che dovrebbe fare, ti dice le cose che non vanno e difficilmente vede le cose positive. A meno che si tratti di un nome famoso o amico perché in quel caso vede tutto stupendo (indipendentemente se quello che vede è veramente valido) ma non adatto a lui.
Quando trova un collega disposto ad ascoltarlo, lo prende “sotto l’ala” e gli dice cosa deve fare: ovviamente se quello, in seguito, ha successo è solo merito dei suoi consigli, mentre se non va bene è dovuto alla sua incapacità e al fatto che ha fatto di testa sua senza seguire il “maestro”.
Poi ci sono i geometri di fiducia, intendendo in questa categoria anche architetti e ingegneri, cioè quei tecnici che hanno affiancato i titolari nella realizzazione delle strutture. Loro sono “consulenti” esperti, hanno fatto le cose più stravaganti in nome della loro esperienza, sono gli artefici di tante costruzioni fatte, demolite e ricostruite, lavorando fianco a fianco dei titolari e risolvendo le innumerevoli problematiche con le amministrazioni comunali. Quando vengono contattati da un imprenditore che vuole realizzare un garden dispensano le loro prestazioni da esperti in nome dell’esperienza acquisita. Anche in campi che richiedono competenze specifiche, come il merchandising, il facing e la motivazione del personale.
Poi ci sono i commercialisti, che hanno assistito al successo repentino del garden del loro cliente. Il più delle volte non sapevano di cosa si trattasse all’inizio del rapporto, poi, vedendo i numeri, si sono prodigati in mille consigli. Sono quelli che hanno fatto fare un numero imprecisato di aziende al loro cliente, scoprendo poi che spesso ne basta una sola. Sono quindi disponibili ad assistere altri gardenisti in quanto esperti di questo settore: è tale la confusione legislativa che c’è posto per tutti e tutti hanno la soluzione giusta.
Poi ci sono i “rappresentanti amici”: quelli che, in funzione delle tante visite ai tanti clienti, sanno dare i consigli in ogni settore del garden, cercando di trasferire quello che ritengono valido da una realtà all’altra.
Poi ci sono gli esperti delle ditte fornitrici, che in nome delle loro conoscenze sono pronti a dispensare consigli su come si deve esporre, cosa mettere in primo piano e quello che c’è da fare (o non fare) sul punto vendita.
Poi ci sono gli arredatori: figura emergente nei garden e molto importante ma che spesso va oltre la sua responsabilità e capacità. Sempre pronti a replicare quello che hanno già realizzato in altre realtà e venderla come novità assoluta.
E si potrebbe continuare a lungo, perché ci sono sempre figure nuove che si affacciano nel settore: d’altronde la richiesta del mercato c’è a tutti i livelli (dai garden piccoli a quelli più grandi, da quelli indipendenti e quelli organizzati).
Limitandoci a queste categorie, mi sembra però giusto ribadire alcuni concetti, perchè non è mai corretto generalizzare.
Ci sono titolari di garden illuminati, preparati, con grande esperienza nella gestione delle loro aziende. Persone di successo che hanno raggiunto progressivamente gli obiettivi che si erano prefissi e a cui è giusto dare ascolto.
Ci sono geometri di fiducia, professionisti molto preparati e con grande conoscenza delle normative locali; gente sempre pronta a superare le problematiche che ogni giorno l’imprenditore deve affrontare sul territorio.
Ci sono commercialisti, professionisti esperti nel campo finanziario, che sanno tutelare e indirizzare correttamente le scelte economiche dell’impresa.
Ci sono rappresentanti davvero esperti, che conoscono i punti di forza e di debolezza dei loro clienti e conoscono le problematiche di vendita collegate ai loro prodotti.
Ci sono fornitori sempre più preparati e aggiornati sulle tendenze di mercato, alla ricerca continua di nuove proposte per mantenere livelli sempre più elevati di collaborazione con i clienti.
Ci sono arredatori che stanno facendo cose bellissime nel nostro settore, rendendo i garden center italiani sempre più eleganti e raffinati.
In sintesi, c’è anche un “mondo” di belle persone, sicuramente preparate e di successo. Se viste all’interno del loro ruolo: ma qual è il risultato nella veste di consulenti a 360° presso garden center spesso molto diversi tra loro? Qual è, allora, la figura del consulente?
La risposta, ammesso che ci sia, la rimandiamo a un prossimo intervento.
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