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Web 2.0: nuove opportunità per il garden center
Blog, social network, wiki: la rete sta cambiando. Ecco qualche utile consiglio per i garden center.
Da tempo è in atto una rivoluzione tecnologica e per alcuni versi anche filosofica che sta investendo l’intera rete di internet. Questo processo, che grazie a innovazioni tecnologiche ha portato, e sta portando, le aziende a trasformare la propria presenza sul web, mette in moto un vero e proprio ripensamento del modello di business adottato. L’evoluzione dell’insieme di piattaforme e servizi basati su protocollo IP dinamici e utili allo sviluppo di applicazioni e relazioni, sia interne sia esterne, prende il nome di web 2.0. In realtà tentare di dare una definizione sintetica, in poche righe, di cosa sono effettivamente le applicazioni riferibili al complesso mondo del web 2.0 È operazione alquanto leziosa e sostanzialmente poco utile. Si pensi, per esempio, che ogni giorno mentre navighiamo su internet, interagendo con alcuni siti che ci interessano, utilizziamo pienamente tali applicazioni senza esserne pienamente consapevoli.
Web 2.0 È un'espressione inventata per indicare il superamento del web così come è stato finora e l'entrata in una nuova fase del Word Wide Web. Volendo semplificare, si identifica nel web2.0 il passaggio dai siti ai servizi, nel senso che internet come lo conosciamo si sta mettendo in disparte per lasciare il posto a un nuovo web, i cui casi di successo e i cui parametri saranno diversi da quelli utilizzati finora e che vedrà sempre più l’affermarsi della condivisione e della collaborazione sui contenuti. Una trasformazione in corso, che durerà ancora anni e i cui risultati finali sono tuttora sconosciuti.
Pertanto, non volendo e non potendo essere esaustivi su un tema così nuovo, in questa sede ci limiteremo a esaminare i principali servizi che possono essere impiegati dalle aziende, in particolare dai punti vendita garden center che vogliono ridefinire il proprio modello di business in chiave di elevata interazione e comunicazione nei confronti della propria clientela. Esemplificando, si capisce immediatamente la portata decisamente più comunicativa e meno costosa della possibilità di “colloquiare” in diretta con i propri clienti rispetto all’impiego dei tradizionali mezzi di comunicazione su supporto cartaceo, come volantini e simili. È ovvio che, di per sè, la tecnologia deve essere supportata da uno studio della segmentazione del proprio mercato o bacino d’utenza. Sostanzialmente il complesso mondo delle applicazioni e servizi gestiti sul web che viene chiamato web 2.0 è un acceleratore di conoscenza, e in questo senso può portare vantaggi alle aziende su tutti i fronti.
L’espressione più visibile del web 2.0 sono strumenti quali i blog, i social network e i wiki, insomma tutti gli strumenti collaborativi e di condivisione dei contenuti. Vediamo nel dettaglio cosa sono.
Blog: il termine blog è la contrazione di web-log, ovvero "traccia su rete". In poche parole si tratta di un diario personale sul quale pubblicare storie, informazioni e opinioni in completa autonomia. Ogni articolo è generalmente legato a un thread (discussione sviluppata dai singoli utenti), in cui i lettori possono scrivere i loro commenti e lasciare messaggi all’autore.
Social network: con questo termina si tende a indicare dei siti in grado di tessere delle reti sociali tra individui che, ad esempio per affinità lavorative, possono venire in contatto tra loro. Negli Stati Uniti d’America ormai da qualche anno spopolano queste reti, come LinkedIn, il cui scopo è consentire agli utenti registrati il mantenimento di una lista di persone conosciute e ritenute affidabili in ambito lavorativo. Le persone nella lista sono definite "connessioni" e l’utente può incrementare il numero delle sue connessioni invitando chi di suo gradimento.
Wiki: da un termine della lingua hawaiana che significa “rapido”, è un sito web che può essere modificato dai suoi utilizzatori e i cui contenuti sono sviluppati in collaborazione da tutti coloro che ne hanno accesso, come in un forum. La modifica dei contenuti è aperta e libera, ma viene registrata in una cronologia permettendo in caso di necessità di riportare la parte interessata alla versione precedente.
Come abbiamo accennato poco sopra questi sono gli aspetti maggiormente visibili per cercare di definire web2.0, e per quanto riguarda per esempio i blog possiamo provare a immaginare l’elevato grado di interazione che un garden center potrebbe ottenere nel gestire tramite questo strumento una rubrica come “i consigli della settimana”.
Web 2.0 rappresenta per alcuni la seconda generazione di servizi internet based, anche se altri lo ritengono solo uno slogan pubblicitario, caratterizzati dal passaggio da siti statici a piattaforme per lo sviluppo di applicazioni. Da una ricerca condotta da AMI Partners, società americana specializzata nelle ricerche di mercato per le piccole e medie imprese che operano su internet e nel settore IT, si è stimato in oltre il 40% le aziende che utilizzano il web2.0 in America nel 2006-07. A livello mondiale, almeno 2,8 milioni di aziende di questo tipo ne fa uso. Per quanto riguarda l’Italia i corporate blog, ad esempio, sono una novità assoluta e le aziende che ne hanno uno sono poche.
Di seguito analizziamo i diversi motivi che spingono le aziende a costruire siti basati su web 2.0 e i principali servizi utilizzati.
Accedere ad applicazioni e piattaforme tecnologiche in modo economico e più efficiente. Il cosiddetto modello SAAS o software as a service si basa appunto sulla possibilità da parte delle imprese di utilizzare programmi che risiedono su servizi di hosting o in server di terze parti che li mettono a disposizione dei clienti attraverso reti dedicate o, sempre più spesso, internet. Per esemplificare è sufficiente verificare quanti siti web offrono programmi di foto ritocco ai quali l’utente può accedere per modificare le proprie immagini a piacimento.
Abbattere i costi di promozione e di vendita dei propri prodotto/servizi aumentando l'impatto di informazioni sulla clientela. Tra le tecniche utilizzate annoveriamo il webcasting, ovvero la trasmissione di segnale audio o video sul web, e il podcasting, ovvero un sistema che permette di scaricare in modo automatico documenti (generalmente audio o video) chiamati podcast, utilizzando un programma generalmente gratuito chiamato aggregatore o feeder.
Aprire nuovi canali di contatto e comunicazione a basso costo. Migliaia di aziende oggi utilizzano Skype, il sistema di telefonia VoIP (voice over IP). Largamente più utilizzati sono i sistemi di messaggistica istantanea. Si vengono a creare pertanto dei “fili diretti” tra l’azienda e il consumatore.
Partecipare a comunità on line e portali verticali. Soprattutto in Italia dove il commercio elettronico è poco sviluppato e per le aziende che non vogliono o hanno poche risorse da investire può essere utile il ricorso ai marketplace, luoghi di incontro virtuale sul web, sia per acquistare sia per vendere.
Dopo aver passato in breve rassegna i servizi che le aziende possono utilizzare e far utilizzare ai propri clienti, risulta evidente l’utilità delle tecnologie e le applicazioni del web 2.0 anche per le attività di vendita al pubblico come i garden center nel rapporto con i clienti. Fra i valori fondamentali sui quali intervenire con le nuove tecnologie del web ci sono indubbiamente la condivisione e la collaborazione.
Il sito del punto vendita pertanto non dovrebbe essere solo una vetrina con la quale esporre i propri prodotti e servizi, ma sarebbe auspicabile che esso divenisse una vera e propria attrattiva per il cliente (e anche per il fornitore che lo serve), il quale sa che è possibile anche interagire con i contenuti che l’insegna stessa mette a disposizione sul sito stesso. Pensiamo, ad esempio, ad un blog dei consigli per il nutrimento delle piante e dei fiori. E se è vero che il punto vendita sta sempre più acquisendo una dimensione di negozio dell’esperienza, in quanto rappresenta la risposta a specifici bisogni, non solo funzionali intrinseci nel prodotto acquistato, ma anche di relazione e di emozione, il sito web dovrebbe diventare il negozio dell’esperienza virtuale. In sostanza il cliente vive virtualmente sul web il prologo dell’esperienza reale che lo aspetta nel negozio. Qualcuno potrebbe obiettare che “ miei clienti non sono ancora pronti per internet” e allora possiamo rispondere con una ricerca Nielsen-Netratings che afferma che a gennaio 2007 il 56% dei navigatori italiani, pari a 11 milioni 380 mila persone, hanno visitato almeno una volta i siti del web 2.0. Questi utenti mostrano dati di consumo della rete più elevati rispetto alla media (27 ore e 50 minuti contro le 18 ore e 36 minuti della media), in virtù del frenetico bisogno di collegarsi assiduamente alla rete (44 collegamenti mensili contro i 29 della media). Pertanto vista la presenza massiccia degli internauti sul web 2.0 sarebbe auspicabile ridefinire il proprio business, canalizzando sugli strumenti internet di nuova generazione la volontà di interazione con la propria clientela, attivando la propria presenza su internet e facendolo sapere con una comunicazione mirata. Solo così il garden center potrà partecipare a far nascere nuovi progetti di condivisione con i propri acquirenti che non sono più semplici fruitori delle informazioni ma veri protagonisti del cambiamento.
Da tempo è in atto una rivoluzione tecnologica e per alcuni versi anche filosofica che sta investendo l’intera rete di internet. Questo processo, che grazie a innovazioni tecnologiche ha portato, e sta portando, le aziende a trasformare la propria presenza sul web, mette in moto un vero e proprio ripensamento del modello di business adottato. L’evoluzione dell’insieme di piattaforme e servizi basati su protocollo IP dinamici e utili allo sviluppo di applicazioni e relazioni, sia interne sia esterne, prende il nome di web 2.0. In realtà tentare di dare una definizione sintetica, in poche righe, di cosa sono effettivamente le applicazioni riferibili al complesso mondo del web 2.0 È operazione alquanto leziosa e sostanzialmente poco utile. Si pensi, per esempio, che ogni giorno mentre navighiamo su internet, interagendo con alcuni siti che ci interessano, utilizziamo pienamente tali applicazioni senza esserne pienamente consapevoli.
Web 2.0 È un'espressione inventata per indicare il superamento del web così come è stato finora e l'entrata in una nuova fase del Word Wide Web. Volendo semplificare, si identifica nel web2.0 il passaggio dai siti ai servizi, nel senso che internet come lo conosciamo si sta mettendo in disparte per lasciare il posto a un nuovo web, i cui casi di successo e i cui parametri saranno diversi da quelli utilizzati finora e che vedrà sempre più l’affermarsi della condivisione e della collaborazione sui contenuti. Una trasformazione in corso, che durerà ancora anni e i cui risultati finali sono tuttora sconosciuti.
Pertanto, non volendo e non potendo essere esaustivi su un tema così nuovo, in questa sede ci limiteremo a esaminare i principali servizi che possono essere impiegati dalle aziende, in particolare dai punti vendita garden center che vogliono ridefinire il proprio modello di business in chiave di elevata interazione e comunicazione nei confronti della propria clientela. Esemplificando, si capisce immediatamente la portata decisamente più comunicativa e meno costosa della possibilità di “colloquiare” in diretta con i propri clienti rispetto all’impiego dei tradizionali mezzi di comunicazione su supporto cartaceo, come volantini e simili. È ovvio che, di per sè, la tecnologia deve essere supportata da uno studio della segmentazione del proprio mercato o bacino d’utenza. Sostanzialmente il complesso mondo delle applicazioni e servizi gestiti sul web che viene chiamato web 2.0 è un acceleratore di conoscenza, e in questo senso può portare vantaggi alle aziende su tutti i fronti.
L’espressione del web2.0
L’espressione più visibile del web 2.0 sono strumenti quali i blog, i social network e i wiki, insomma tutti gli strumenti collaborativi e di condivisione dei contenuti. Vediamo nel dettaglio cosa sono.
Blog: il termine blog è la contrazione di web-log, ovvero "traccia su rete". In poche parole si tratta di un diario personale sul quale pubblicare storie, informazioni e opinioni in completa autonomia. Ogni articolo è generalmente legato a un thread (discussione sviluppata dai singoli utenti), in cui i lettori possono scrivere i loro commenti e lasciare messaggi all’autore.
Social network: con questo termina si tende a indicare dei siti in grado di tessere delle reti sociali tra individui che, ad esempio per affinità lavorative, possono venire in contatto tra loro. Negli Stati Uniti d’America ormai da qualche anno spopolano queste reti, come LinkedIn, il cui scopo è consentire agli utenti registrati il mantenimento di una lista di persone conosciute e ritenute affidabili in ambito lavorativo. Le persone nella lista sono definite "connessioni" e l’utente può incrementare il numero delle sue connessioni invitando chi di suo gradimento.
Wiki: da un termine della lingua hawaiana che significa “rapido”, è un sito web che può essere modificato dai suoi utilizzatori e i cui contenuti sono sviluppati in collaborazione da tutti coloro che ne hanno accesso, come in un forum. La modifica dei contenuti è aperta e libera, ma viene registrata in una cronologia permettendo in caso di necessità di riportare la parte interessata alla versione precedente.
Come abbiamo accennato poco sopra questi sono gli aspetti maggiormente visibili per cercare di definire web2.0, e per quanto riguarda per esempio i blog possiamo provare a immaginare l’elevato grado di interazione che un garden center potrebbe ottenere nel gestire tramite questo strumento una rubrica come “i consigli della settimana”.
Il web2.0 nelle aziende
Web 2.0 rappresenta per alcuni la seconda generazione di servizi internet based, anche se altri lo ritengono solo uno slogan pubblicitario, caratterizzati dal passaggio da siti statici a piattaforme per lo sviluppo di applicazioni. Da una ricerca condotta da AMI Partners, società americana specializzata nelle ricerche di mercato per le piccole e medie imprese che operano su internet e nel settore IT, si è stimato in oltre il 40% le aziende che utilizzano il web2.0 in America nel 2006-07. A livello mondiale, almeno 2,8 milioni di aziende di questo tipo ne fa uso. Per quanto riguarda l’Italia i corporate blog, ad esempio, sono una novità assoluta e le aziende che ne hanno uno sono poche.
Di seguito analizziamo i diversi motivi che spingono le aziende a costruire siti basati su web 2.0 e i principali servizi utilizzati.
Accedere ad applicazioni e piattaforme tecnologiche in modo economico e più efficiente. Il cosiddetto modello SAAS o software as a service si basa appunto sulla possibilità da parte delle imprese di utilizzare programmi che risiedono su servizi di hosting o in server di terze parti che li mettono a disposizione dei clienti attraverso reti dedicate o, sempre più spesso, internet. Per esemplificare è sufficiente verificare quanti siti web offrono programmi di foto ritocco ai quali l’utente può accedere per modificare le proprie immagini a piacimento.
Abbattere i costi di promozione e di vendita dei propri prodotto/servizi aumentando l'impatto di informazioni sulla clientela. Tra le tecniche utilizzate annoveriamo il webcasting, ovvero la trasmissione di segnale audio o video sul web, e il podcasting, ovvero un sistema che permette di scaricare in modo automatico documenti (generalmente audio o video) chiamati podcast, utilizzando un programma generalmente gratuito chiamato aggregatore o feeder.
Aprire nuovi canali di contatto e comunicazione a basso costo. Migliaia di aziende oggi utilizzano Skype, il sistema di telefonia VoIP (voice over IP). Largamente più utilizzati sono i sistemi di messaggistica istantanea. Si vengono a creare pertanto dei “fili diretti” tra l’azienda e il consumatore.
Partecipare a comunità on line e portali verticali. Soprattutto in Italia dove il commercio elettronico è poco sviluppato e per le aziende che non vogliono o hanno poche risorse da investire può essere utile il ricorso ai marketplace, luoghi di incontro virtuale sul web, sia per acquistare sia per vendere.
Nuove opportunità per il garden center
Dopo aver passato in breve rassegna i servizi che le aziende possono utilizzare e far utilizzare ai propri clienti, risulta evidente l’utilità delle tecnologie e le applicazioni del web 2.0 anche per le attività di vendita al pubblico come i garden center nel rapporto con i clienti. Fra i valori fondamentali sui quali intervenire con le nuove tecnologie del web ci sono indubbiamente la condivisione e la collaborazione.
Il sito del punto vendita pertanto non dovrebbe essere solo una vetrina con la quale esporre i propri prodotti e servizi, ma sarebbe auspicabile che esso divenisse una vera e propria attrattiva per il cliente (e anche per il fornitore che lo serve), il quale sa che è possibile anche interagire con i contenuti che l’insegna stessa mette a disposizione sul sito stesso. Pensiamo, ad esempio, ad un blog dei consigli per il nutrimento delle piante e dei fiori. E se è vero che il punto vendita sta sempre più acquisendo una dimensione di negozio dell’esperienza, in quanto rappresenta la risposta a specifici bisogni, non solo funzionali intrinseci nel prodotto acquistato, ma anche di relazione e di emozione, il sito web dovrebbe diventare il negozio dell’esperienza virtuale. In sostanza il cliente vive virtualmente sul web il prologo dell’esperienza reale che lo aspetta nel negozio. Qualcuno potrebbe obiettare che “ miei clienti non sono ancora pronti per internet” e allora possiamo rispondere con una ricerca Nielsen-Netratings che afferma che a gennaio 2007 il 56% dei navigatori italiani, pari a 11 milioni 380 mila persone, hanno visitato almeno una volta i siti del web 2.0. Questi utenti mostrano dati di consumo della rete più elevati rispetto alla media (27 ore e 50 minuti contro le 18 ore e 36 minuti della media), in virtù del frenetico bisogno di collegarsi assiduamente alla rete (44 collegamenti mensili contro i 29 della media). Pertanto vista la presenza massiccia degli internauti sul web 2.0 sarebbe auspicabile ridefinire il proprio business, canalizzando sugli strumenti internet di nuova generazione la volontà di interazione con la propria clientela, attivando la propria presenza su internet e facendolo sapere con una comunicazione mirata. Solo così il garden center potrà partecipare a far nascere nuovi progetti di condivisione con i propri acquirenti che non sono più semplici fruitori delle informazioni ma veri protagonisti del cambiamento.
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