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Materie prime: il piano di Assofermet presentato in Senato
Lo scorso 5 settembre Assofermet ha partecipato alle Audizioni della Commissione Industria e Agricoltura del Senato in merito al tema dell’approvvigionamento sicuro e sostenibile di materie prime critiche.
L’Associazione si è dichiarata favorevole alla diversificazione delle fonti di approvvigionamento, ha messo in luce l’importanza dei RAEE nel raggiungimento degli obiettivi strategici e ha espresso il proprio sostegno all’intenzione annunciata dal Ministro Urso di riaprire alcune miniere italiane, seppur evidenziandone alcune importanti criticità.
Quello delle materie prime critiche è un argomento sempre più centrale nelle scelte strategiche dell’Unione Europea e degli Stati Membri. In un periodo storico in cui si intrecciano transizione ambientale, trasformazione digitale e contrasti geopolitici, emergono tutte le criticità legate al rifornimento di risorse come litio, bauxite, terre rare e tutte le trenta materie prime critiche individuate dalla Commissione Europea. La sfida più urgente può essere sintetizzata in un preoccupante squilibrio fra domanda e offerta: a fronte del grande aumento della domanda di materie prime critiche previsto per l’immediato futuro, l’offerta appare sempre più influenzata da rischi e sfide di natura geopolitica, ambientale e sociale.
Alla luce di questo difficile contesto politico ed economico, Assofermet ritiene che il nostro Paese debba diversificare quanto più possibile le fonti di approvvigionamento di materie prime critiche. È necessario diminuire progressivamente la dipendenza da alcuni Paesi da cui si è finora approvvigionata l’Italia e, allo stesso tempo, individuare nuovi Paesi fornitori, oltre a migliorare la capacità di monitoraggio al fine di attenuare i rischi attuali e futuri di nuove perturbazioni sui mercati in fase di approvvigionamento.
Nel proporre misure strutturali sull’approvvigionamento di queste risorse strategiche, vanno tenuti in particolare considerazione i RAEE. I Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche rappresentano una vera e propria “miniera urbana” per il nostro Paese: al loro interno si trovano importanti materie prime critiche e, se correttamente raccolti e recuperati, questi rifiuti possono diventare una fonte strategica di approvvigionamento. Tra l’altro, per sei delle undici materie prime critiche maggiormente presenti nei RAEE cosiddetti tecnologici (litio, cobalto, gallio, indio, germanio, tantalio, rutenio, disprosio, neodimio, terbio, rame), la Cina è il principale produttore mondiale, con una quota che arriva fino al 97%. Considerando i dispositivi domestici e aziendali, ad oggi in Italia soltanto il 37% dei RAEE viene effettivamente raccolto, ampiamente al di sotto dell’obiettivo del 65% fissato dall’Unione Europea. È interessante che il dato della raccolta sia particolarmente basso per i piccoli RAEE come cellulari, tablet, laptop e altri dispositivi tuttora “abbandonati” nelle abitazioni private.
Assofermet ritiene che il sistema di raccolta vigente debba essere analizzato e riveduto con attenzione per rendere più efficace e sostenibile la gestione dei RAEE. A questo si aggiunge la carenza strutturale, tipica dell’Italia ma anche del resto dell’Unione Europea, di impianti industriali in grado di estrarre Materie Prime Critiche dai singoli componenti dei rifiuti. Investire maggiormente sulla realizzazione di queste strutture e sulla raccolta e recupero di RAEE significherebbe arrivare ad avere a disposizione un’ulteriore fonte di materie prime critiche. Si tratta di una direzione strategica che, oltre a ridurre la dipendenza dall’importazione di risorse fondamentali, segnerebbe il passaggio a una vera e propria economia circolare e porterebbe a un decisivo incremento dell’occupazione.
Per quanto riguarda, invece, il cosiddetto “Piano Minerario” annunciato dal Ministro Urso, Assofermet è sostanzialmente d’accordo con l’iniziativa strategica di aprire nuove miniere per il rifornimento di terre rare e materie prime, ma vanno considerati alcuni elementi di rischio. In primo luogo, la riapertura di qualsiasi miniera dovrà tenere conto delle importanti difficoltà attualmente esistenti: non solo i fattori geologici, i costi del capitale e i rischi correlati, ma anche la lunghezza e l'incertezza delle procedure di autorizzazione, la difficile ricerca di manodopera specializzata e molti altri aspetti organizzativi che potrebbero costituire un deterrente.
Secondo Assofermet, inoltre, andrebbe promossa una mappatura dei siti minerari disponibili per individuare esclusivamente le opportunità concrete di costituire una filiera di imprese che si impegnino nelle attività di estrazione, lavorazione e trasformazione, senza inutili sprechi di energie e risorse. In ogni caso, il tempo che intercorre tra l'avvio di un progetto e la reale disponibilità dei materiali estratti sul mercato può essere molto lungo: per il breve periodo, sarebbe particolarmente rischioso basarsi esclusivamente sulla riapertura delle miniere per affrontare l’emergenza dell’approvvigionamento di materie prime critiche.
Un ultimo aspetto da tenere in considerazione è che si tratta di attività economiche evidentemente strategiche, molto più di quanto non lo fossero in passato: per questo motivo, potrebbe essere necessario un intervento diretto, forte e prolungato, dello Stato e/o di Cassa Depositi e Prestiti per sostenere un eventuale ricorso alle miniere.
L’Associazione si è dichiarata favorevole alla diversificazione delle fonti di approvvigionamento, ha messo in luce l’importanza dei RAEE nel raggiungimento degli obiettivi strategici e ha espresso il proprio sostegno all’intenzione annunciata dal Ministro Urso di riaprire alcune miniere italiane, seppur evidenziandone alcune importanti criticità.
Quello delle materie prime critiche è un argomento sempre più centrale nelle scelte strategiche dell’Unione Europea e degli Stati Membri. In un periodo storico in cui si intrecciano transizione ambientale, trasformazione digitale e contrasti geopolitici, emergono tutte le criticità legate al rifornimento di risorse come litio, bauxite, terre rare e tutte le trenta materie prime critiche individuate dalla Commissione Europea. La sfida più urgente può essere sintetizzata in un preoccupante squilibrio fra domanda e offerta: a fronte del grande aumento della domanda di materie prime critiche previsto per l’immediato futuro, l’offerta appare sempre più influenzata da rischi e sfide di natura geopolitica, ambientale e sociale.
Alla luce di questo difficile contesto politico ed economico, Assofermet ritiene che il nostro Paese debba diversificare quanto più possibile le fonti di approvvigionamento di materie prime critiche. È necessario diminuire progressivamente la dipendenza da alcuni Paesi da cui si è finora approvvigionata l’Italia e, allo stesso tempo, individuare nuovi Paesi fornitori, oltre a migliorare la capacità di monitoraggio al fine di attenuare i rischi attuali e futuri di nuove perturbazioni sui mercati in fase di approvvigionamento.
Nel proporre misure strutturali sull’approvvigionamento di queste risorse strategiche, vanno tenuti in particolare considerazione i RAEE. I Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche rappresentano una vera e propria “miniera urbana” per il nostro Paese: al loro interno si trovano importanti materie prime critiche e, se correttamente raccolti e recuperati, questi rifiuti possono diventare una fonte strategica di approvvigionamento. Tra l’altro, per sei delle undici materie prime critiche maggiormente presenti nei RAEE cosiddetti tecnologici (litio, cobalto, gallio, indio, germanio, tantalio, rutenio, disprosio, neodimio, terbio, rame), la Cina è il principale produttore mondiale, con una quota che arriva fino al 97%. Considerando i dispositivi domestici e aziendali, ad oggi in Italia soltanto il 37% dei RAEE viene effettivamente raccolto, ampiamente al di sotto dell’obiettivo del 65% fissato dall’Unione Europea. È interessante che il dato della raccolta sia particolarmente basso per i piccoli RAEE come cellulari, tablet, laptop e altri dispositivi tuttora “abbandonati” nelle abitazioni private.
Assofermet ritiene che il sistema di raccolta vigente debba essere analizzato e riveduto con attenzione per rendere più efficace e sostenibile la gestione dei RAEE. A questo si aggiunge la carenza strutturale, tipica dell’Italia ma anche del resto dell’Unione Europea, di impianti industriali in grado di estrarre Materie Prime Critiche dai singoli componenti dei rifiuti. Investire maggiormente sulla realizzazione di queste strutture e sulla raccolta e recupero di RAEE significherebbe arrivare ad avere a disposizione un’ulteriore fonte di materie prime critiche. Si tratta di una direzione strategica che, oltre a ridurre la dipendenza dall’importazione di risorse fondamentali, segnerebbe il passaggio a una vera e propria economia circolare e porterebbe a un decisivo incremento dell’occupazione.
Per quanto riguarda, invece, il cosiddetto “Piano Minerario” annunciato dal Ministro Urso, Assofermet è sostanzialmente d’accordo con l’iniziativa strategica di aprire nuove miniere per il rifornimento di terre rare e materie prime, ma vanno considerati alcuni elementi di rischio. In primo luogo, la riapertura di qualsiasi miniera dovrà tenere conto delle importanti difficoltà attualmente esistenti: non solo i fattori geologici, i costi del capitale e i rischi correlati, ma anche la lunghezza e l'incertezza delle procedure di autorizzazione, la difficile ricerca di manodopera specializzata e molti altri aspetti organizzativi che potrebbero costituire un deterrente.
Secondo Assofermet, inoltre, andrebbe promossa una mappatura dei siti minerari disponibili per individuare esclusivamente le opportunità concrete di costituire una filiera di imprese che si impegnino nelle attività di estrazione, lavorazione e trasformazione, senza inutili sprechi di energie e risorse. In ogni caso, il tempo che intercorre tra l'avvio di un progetto e la reale disponibilità dei materiali estratti sul mercato può essere molto lungo: per il breve periodo, sarebbe particolarmente rischioso basarsi esclusivamente sulla riapertura delle miniere per affrontare l’emergenza dell’approvvigionamento di materie prime critiche.
Un ultimo aspetto da tenere in considerazione è che si tratta di attività economiche evidentemente strategiche, molto più di quanto non lo fossero in passato: per questo motivo, potrebbe essere necessario un intervento diretto, forte e prolungato, dello Stato e/o di Cassa Depositi e Prestiti per sostenere un eventuale ricorso alle miniere.
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