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FITT: avviata la produzione in USA

21 March 2025
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FITT ha rafforzato la sua posizione sul mercato americano, dove ha realizzato un nuovo headquarters ad Anderson, Indiana, che svilupperà anche produzioni pensate ad hoc per gli USA, in quanto non un semplice mercato d’esportazione ma un’area di sviluppo strategica per il Gruppo.
Per questo progetto, che ha preso forma nel 2023, FITT, produttore di tubi per giardinaggio ed edilizia, aveva scelto di rigenerare un’area industriale dismessa di 120.000mq (ex General Motors) valorizzandone le caratteristiche e la collocazione geografica attraverso importanti interventi di riqualificazione e senza ulteriore utilizzo di suolo.
L’investimento è stato di oltre 30 milioni di USD e, a regime, vedrà 5 linee produttive attive e più di 90 addetti entro il 2027.
I tempi previsti dal business plan sono stati rispettati e a fine 2024 il plant è entrato in funzione con due linee produttive a cui se ne aggiungeranno altre due nel corso del 2025.

Gli innovativi prodotti FITT sono apprezzati dagli utilizzatori statunitensi già dal 2020, anno in cui l’azienda ha fatto il suo ingresso nel mercato locale in particolare con le proposte per il mondo garden e dell’irrigazione domestica in una versione appositamente studiata per questo Paese. Un riscontro positivo che ha permesso a FITT di raggiungere nel 2024 un fatturato di oltre 37 MLN di dollari. L’obiettivo per il 2025 è quello di superare i 47 MLN di USD.
I prodotti FITT sono distribuiti nelle principali catene di DIY del Paese, tra cui il colosso del “fai da te” The Home Depot (prima catena di distribuzione al mondo, detiene il 50% del mercato americano del watering, con più di 2000 megastore su tutto il territorio nazionale, oltre 355.000 dipendenti), Walmart, Lowe’s, Menards, Ace, Do It Best, True Value (che ha oltre 4000 negozi), come anche nell’e-commerce con Amazon US.

«Abbiamo preparato lo “sbarco” in Usa con grande cura studiando il mercato fin dal 2017 – dichiara Alessandro Mezzalira, CEO di FITT GroupLe nostre valutazioni, rispetto all’opportunità di questo investimento, avevano soppesato tre fattori critici incombenti sugli scambi commerciali verso gli USA: il rischio dazi (già prima dell’insediamento di Trump); l’aumento dei costi della logistica (che nel periodo post pandemico sono poi schizzati alle stelle) e il rischio del cambio di valuta. Alla luce di ciò posso dire che oggi, con l’avvio della produzione in Indiana, ci troviamo in una posizione favorevole rispetto ad esportare i nostri prodotti in toto dall’Italia, come accadeva in precedenza. Considerando le implicazioni conseguenti alle recenti applicazioni di dazi, i benefici risultano ancora maggiori. Il mercato americano, inoltre, ha delle dimensioni e delle caratteristiche molto peculiari, che richiedono un presidio sul territorio che diversamente non potremmo avere. Un headquarters oltre oceano, infatti, ci permette di garantire il servizio al cliente che FITT sa offrire ai partner europei da oltre cinquant’anni.»