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Dati Ceced: situazione buona come nel 2007
Confindustria Ceced Italia, che rappresenta il settore degli Apparecchi Domestici e Professionali, primo esportatore, secondo maggior comparto industriale italiano, 130.000 addetti, ha presentato i dati del comparto in cui è apparso che per la prima volta dal 2007, i principali indicatori di mercato (a valore) sono tornati positivi: +6,4% per i grandi elettrodomestici, +3,1% per i piccoli elettrodomestici, +10% per i climatizzatori, +7% per le apparecchiature professionali, +5% per caminetti e stufe a biomasse.
Il presidente Confindustria Ceced Italia, Andrea Sasso, ha così commentato: “Finalmente, dopo due anni terribili, incassiamo risultati positivi in parecchi comparti: laddove ci sono, si tratta di crescite da anno “normale”. E questo è un buon segno in un periodo di perdurante crisi economica, ulteriore contenimento della spesa delle famiglie, bassi indici di fiducia nel futuro.
Gli incentivi hanno funzionato”.
Con il mercato delle cappe aspiranti rimasto stazionario, nel 2010 permangono risultati negativi nei comparti più legati all’edilizia quali scalda-acqua (-5%) e camini e canne fumarie (-10%). Il comparto dei componenti, in cui le PMI sono la parte più significativa, rimane in sofferenza per le restrizioni nel credito e, soprattutto, per le delocalizzazioni dei loro clienti che producono gli elettrodomestici.
L’associazione ritiene che la visione strategica dell’intero settore deve andare oltre le cifre di consuntivo per ampliarsi a considerazioni di politica industriale. La gran parte delle aziende in Italia hanno fortemente migliorato l’efficienza generale attraverso i continui investimenti in innovazione e la razionalizzazione delle strutture. Se molte sono uscite più forti e competitive dagli ultimi tre anni, parecchie PMI hanno dovuto chiudere.
Il presidente Confindustria Ceced Italia, Andrea Sasso, ha così commentato: “Finalmente, dopo due anni terribili, incassiamo risultati positivi in parecchi comparti: laddove ci sono, si tratta di crescite da anno “normale”. E questo è un buon segno in un periodo di perdurante crisi economica, ulteriore contenimento della spesa delle famiglie, bassi indici di fiducia nel futuro.
Gli incentivi hanno funzionato”.
Con il mercato delle cappe aspiranti rimasto stazionario, nel 2010 permangono risultati negativi nei comparti più legati all’edilizia quali scalda-acqua (-5%) e camini e canne fumarie (-10%). Il comparto dei componenti, in cui le PMI sono la parte più significativa, rimane in sofferenza per le restrizioni nel credito e, soprattutto, per le delocalizzazioni dei loro clienti che producono gli elettrodomestici.
L’associazione ritiene che la visione strategica dell’intero settore deve andare oltre le cifre di consuntivo per ampliarsi a considerazioni di politica industriale. La gran parte delle aziende in Italia hanno fortemente migliorato l’efficienza generale attraverso i continui investimenti in innovazione e la razionalizzazione delle strutture. Se molte sono uscite più forti e competitive dagli ultimi tre anni, parecchie PMI hanno dovuto chiudere.
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