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La nuova Tares farà chiudere tutti i garden center italiani

30 July 2013
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Alle leggi bislacche che stimolano dubbi sulle competenze dei promotori, ormai noi italiani siamo abituati, ma questa volta hanno superato il limite. La nuova Tares, la tassa sui rifiuti, prevede per gli esercizi commerciali che vendono “piante e fiori, ortofrutta, pizza al taglio e pescherie” una tariffa dai 10 ai 20 euro per metro quadrato. Al di là della logica sfuggente di assimilare la vendita di piante con la pizza al taglio e con le pescherie, ciò che è più grave è che il legislatore non sa (o non ha tenuto conto) che le piante e fiori si vendono anche nei garden center e nei centri bricolage. I garden center, in particolare, hanno punti vendita che facilmente superano 5.000 mq, pari a imposizione Tares che rischia di superare i 100.000 euro all'anno: più che una tassa è una vera e propria rapina che porterà alla chiusura tutti i centri giardinaggio italiani.
Senza contare che spesso i garden center si occupano direttamente dello smaltimento, senza gravare sui servizi comunali.
A lanciare l'allarme è Confagricoltura Como Lecco che propone due intelligenti soluzioni a questo problema che riprendiamo testualmente: “1) per le attività di garden center superiori a 200 mq lasciare al titolare dell'impresa la possibilità di scelta tra l'utilizzo del servizio comunale con relativi costi oppure in alternativa provvedere direttamente allo smaltimento dei rifiuti, come per i rifiuti speciali nel rispetto delle relative normative; 2) per le aziende agricole e in particolare le attività di serricoltura, chiarire che sono equiparati ai rifiuti solidi urbani, soggetti alla tariffa, solo i rifiuti prodotti dalle abitazioni, uffici e le superfici dedicate alla vendita al pubblico”.