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Il 25% degli italiani acquista con lo smartphone: in Europa il 32%
Tra gli italiani che possiedono smartphone e tablet connessi a internet, il 25% li ha utilizzati negli ultimi sei mesi per effettuare degli acquisti. Una percentuale più bassa rispetto a quella europea (32%) e mondiale (38%).
Lo afferma lo studio Nielsen Mobile Ecosystem Survey, condotto nel marzo 2016 su un campione di 30.000 possessori di device mobile in 63 paesi, Italia compresa.
Bassa è anche la percentuale di italiani che usano lo smartphone per effettuare pagamenti o ricevere soldi in modalità Peer-to-Peer: solo il 9% contro il 19% della media europea e il 28% di quella mondiale, trainata da India (46%), Indonesia (37%), Messico (34%) e Turchia (34%).
Lo studio prevede che il mobile commerce possa generare nei prossimi dieci anni un giro d’affari di 10 trilioni di dollari Usa. Già oggi il 71% degli italiani intervistati ha dichiarato di utilizzare lo smartphone in diverse fasi dello shopping: il 40% cerca informazioni sui prodotti (media europea 44%), il 36% compara i prezzi (in Europa il 41%) e il 30% cerca promozioni e coupon.
Uno degli aspetti riguarda anche la possibilità di usare lo smartphone per effettuare pagamenti nei negozi: il 12% degli italiani intende utilizzare questa modalità. Ma molti italiani non si fidano ancora della “rete”: ben il 35% ha dichiarato che non intende passare al mobile per la gestione del denaro per il timore di frodi. Una preoccupazione condivisa anche dal 46% degli europei. Un altro motivo altrettanto importante è che molti (il 34%) sono soddisfatti dei servizi attuali, cioè l’home banking con il pc fisso e la carte di credito, e non sentono l’esigenza di adottare altri metodi di pagamento. Ed è interessante come il rapporto “fisico” con la banca sia più spiccato all’estero, il 25% in Europa e il 31% nel mondo, rispetto all’Italia (20%).
“Ottimizzare l’esperienza del mobile - ha dichiarato Gianni Fantasia, amministratore delegato di Nielsen - costituisce la sfida più importante per ogni strategia di e-commerce. Facilità d’uso, convenienza, accesso a un assortimento rilevante, abbattimento dei tempi di evasione delle transazioni, un approccio integrato per gestire i canali off e online, un linguaggio comune delle piattaforme tecnologiche. Sono questi i contenuti della value proposition del mobile in grado di fornire una base motivazionale forte e solida, perché i consumatori dalla banca tradizionale emigrino al sistema esclusivamente mobile. Solo così sarà possibile garantire al consumatore dell’online un ritorno in termini di valore aggiunto adeguato e caratterizzato dall’unicità dell’offerta. L’esperienza dei mercati emergenti costituisce un punto imprescindibile per sviluppare anche in Europa la cultura del mobile. Ciò a cui siamo chiamati è un radicale cambiamento di visione del mondo dei consumi. Nello stesso tempo è necessario uno sforzo delle catene di distribuzione per permettere un servizio di pagamenti via mobile adeguato alle aspettative. Occorrono, inoltre, garanzie di sicurezza e risparmi sulle commissioni per le operazioni bancarie. Con l’obiettivo di costruire la fiducia del cliente, occorre dare una giusta ragione, infatti, perché i consumatori si orientino verso i sistemi di pagamento via mobile”.
Lo afferma lo studio Nielsen Mobile Ecosystem Survey, condotto nel marzo 2016 su un campione di 30.000 possessori di device mobile in 63 paesi, Italia compresa.
Bassa è anche la percentuale di italiani che usano lo smartphone per effettuare pagamenti o ricevere soldi in modalità Peer-to-Peer: solo il 9% contro il 19% della media europea e il 28% di quella mondiale, trainata da India (46%), Indonesia (37%), Messico (34%) e Turchia (34%).
Lo studio prevede che il mobile commerce possa generare nei prossimi dieci anni un giro d’affari di 10 trilioni di dollari Usa. Già oggi il 71% degli italiani intervistati ha dichiarato di utilizzare lo smartphone in diverse fasi dello shopping: il 40% cerca informazioni sui prodotti (media europea 44%), il 36% compara i prezzi (in Europa il 41%) e il 30% cerca promozioni e coupon.
Uno degli aspetti riguarda anche la possibilità di usare lo smartphone per effettuare pagamenti nei negozi: il 12% degli italiani intende utilizzare questa modalità. Ma molti italiani non si fidano ancora della “rete”: ben il 35% ha dichiarato che non intende passare al mobile per la gestione del denaro per il timore di frodi. Una preoccupazione condivisa anche dal 46% degli europei. Un altro motivo altrettanto importante è che molti (il 34%) sono soddisfatti dei servizi attuali, cioè l’home banking con il pc fisso e la carte di credito, e non sentono l’esigenza di adottare altri metodi di pagamento. Ed è interessante come il rapporto “fisico” con la banca sia più spiccato all’estero, il 25% in Europa e il 31% nel mondo, rispetto all’Italia (20%).
“Ottimizzare l’esperienza del mobile - ha dichiarato Gianni Fantasia, amministratore delegato di Nielsen - costituisce la sfida più importante per ogni strategia di e-commerce. Facilità d’uso, convenienza, accesso a un assortimento rilevante, abbattimento dei tempi di evasione delle transazioni, un approccio integrato per gestire i canali off e online, un linguaggio comune delle piattaforme tecnologiche. Sono questi i contenuti della value proposition del mobile in grado di fornire una base motivazionale forte e solida, perché i consumatori dalla banca tradizionale emigrino al sistema esclusivamente mobile. Solo così sarà possibile garantire al consumatore dell’online un ritorno in termini di valore aggiunto adeguato e caratterizzato dall’unicità dell’offerta. L’esperienza dei mercati emergenti costituisce un punto imprescindibile per sviluppare anche in Europa la cultura del mobile. Ciò a cui siamo chiamati è un radicale cambiamento di visione del mondo dei consumi. Nello stesso tempo è necessario uno sforzo delle catene di distribuzione per permettere un servizio di pagamenti via mobile adeguato alle aspettative. Occorrono, inoltre, garanzie di sicurezza e risparmi sulle commissioni per le operazioni bancarie. Con l’obiettivo di costruire la fiducia del cliente, occorre dare una giusta ragione, infatti, perché i consumatori si orientino verso i sistemi di pagamento via mobile”.
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