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Filiera della ferramenta: tanti i dubbi dopo il Decreto del 22 marzo
Il Decreto governativo del 22 marzo ha dato una nuova stretta alle attività ancora aperte sul territorio, concentrandosi in particolare sulle aziende produttive industriali.
Per quanto riguarda il nostro settore ferramenta, se per i negozianti non dovrebbe cambiare la situazione attuale (il decreto del 22 marzo richiama, per il dettaglio, alle categorie "necessarie" dell'11 marzo, e quindi anche le ferramenta, che restano quindi aperte), è evidente che la filiera si ritrova estremamente condizionata dallo stop forzato a produttori (fatto salvo il chimico, gomme, materie plastiche, funi, reti, corde, abbigliamento di sicurezza e DPI) e a grossisti (esclusa l'antinfortunistica).
Negozi quindi aperti, ma con un approvvigionamento (con lo stop a produttori e grossisti) che si fa sempre più difficile.
Ma la filiera dei beni di prima necessità dovrebbe essere sempre garantita, e per questo la situazione si fa ancora più intricata e complessa.
Una dichiarazione forte, che esprime la frustrazione per non poter dare delle risposte certe ai tanti operatori della filiera che, legittimamente, attendono indicazioni chiare e precise.
Resta invece chiusa, coerentemente con la scelta fatta la settimana scorsa, Obi Italia.
"Non compromettere il futuro delle aziende", nell'ovvio rispetto delle misure di sicurezza per la tutela e la salvaguardia delle persone, deve essere un monito fondamentale in questi delicatissimi giorni.
Vi terremo informati in tempo reale su eventuali aggiornamenti sulla questione, anche attraverso i canali social e in particolare sulla nostra pagina Linkedin.
Per quanto riguarda il nostro settore ferramenta, se per i negozianti non dovrebbe cambiare la situazione attuale (il decreto del 22 marzo richiama, per il dettaglio, alle categorie "necessarie" dell'11 marzo, e quindi anche le ferramenta, che restano quindi aperte), è evidente che la filiera si ritrova estremamente condizionata dallo stop forzato a produttori (fatto salvo il chimico, gomme, materie plastiche, funi, reti, corde, abbigliamento di sicurezza e DPI) e a grossisti (esclusa l'antinfortunistica).
Negozi quindi aperti, ma con un approvvigionamento (con lo stop a produttori e grossisti) che si fa sempre più difficile.
SENZA CHIAREZZA, MOLTI GROSSISTI COSTRETTI ALLA RESA
In queste ore abbiamo contattato diversi grossisti tra quelli che, ancora oggi, sono aperti. Quasi tutti ci hanno confermato che stanno valutando, loro malgrado, la chiusura temporanea a causa di una mancanza di chiarezza del Decreto che, da mercoledì, rischierebbe di metterli fuori legge se decidessero di continuare a essere aperti.Ma la filiera dei beni di prima necessità dovrebbe essere sempre garantita, e per questo la situazione si fa ancora più intricata e complessa.
IL COMMENTO DI ASSOFERMET FERRAMENTA
Anche Assofermet Ferramenta questa mattina, attraverso un comunicato ufficiale, ha espresso i propri dubbi in merito alla lettura e all'interpretazione del Decreto. Questo il passaggio più significativo: "Comprendiamo il momento emergenziale, straordinario e confuso. Ma oltre alle responsabilità verso la collettività abbiamo responsabilità verso i nostri clienti e noi stessi. Fino a ieri ritenuti essenziali ed oggi non si sa".Una dichiarazione forte, che esprime la frustrazione per non poter dare delle risposte certe ai tanti operatori della filiera che, legittimamente, attendono indicazioni chiare e precise.
LA SCELTA DELLE INSEGNE STRANIERE DELLA GD
Da segnalare, intanto, la decisione delle insegne di DIY del gruppo francese Adeo (Bricocenter, Bricoman e Leroy Merlin) di riaprire i propri punti vendita sul territorio (esclusi i Bricoman lombardi), dopo che, settimana scorsa, avevano volontariamente deciso di tenere chiusi i negozi nonostante il Decreto dell'11 marzo ne consentisse l'apertura.Resta invece chiusa, coerentemente con la scelta fatta la settimana scorsa, Obi Italia.
L'APPELLO DI ANIMA
Ieri pomeriggio si era espresso anche Marco Nocivelli, presidente di Anima Confindustria Meccanica: "Comprendiamo la decisione di chiudere le attività produttive ritenute non fondamentali per garantire servizi essenziali, chiediamo però al governo le condizioni e il tempo necessari per poter mantenere il motore al minimo senza compromettere il futuro delle aziende"."Non compromettere il futuro delle aziende", nell'ovvio rispetto delle misure di sicurezza per la tutela e la salvaguardia delle persone, deve essere un monito fondamentale in questi delicatissimi giorni.
Vi terremo informati in tempo reale su eventuali aggiornamenti sulla questione, anche attraverso i canali social e in particolare sulla nostra pagina Linkedin.
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