Accedi oppure registrati

News » Aumento prezzi materie prime: la situazione attuale

Aumento prezzi materie prime: la situazione attuale

24 September 2021
Photogallery

Tag e categorie

Il prezzo delle materie prime continua a viaggiare sopra la media storica degli ultimi anni, ma sembra essersi assestato su valori stabili nell'ultimo mese. Prosegue però la scarsa reperibilità dei materiali che comporta ritardi nelle forniture e nelle consegne.

Le cause scatenanti

Secondo il presidente di Anima Confindustria, Marco Nocivelli «La situazione che si è creata, a livello mondiale, è in larga parte il risultato del primo lockdown, che ha creato uno squilibrio in favore delle potenze che si sono riprese prima dalla crisi e che hanno potuto fare "razzie" dei materiali a disposizione. A questo si è poi aggiunto il problema dei costi di trasporto, con un rialzo clamoroso del prezzo dei noli marittimi. Oggi l'industria meccanica, e quella manifatturiera più in generale, necessitano di misure che possano frenare questa impennata dei prezzi».
Da oltre un anno i rincari hanno toccato tutti i metalli di interesse per l'industria: dall'acciaio al rame fino allo stagno e all'alluminio. «In questo momento» conclude il presidente Nocivelli, «accogliamo favorevolmente le dichiarazioni del ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, secondo cui l'Europa dovrebbe sospendere temporaneamente i dazi sull'acciaio importato, proposta tra l'altro già avanzata da Anima negli scorsi mesi».

Gli alti costi di trasporto

Si esprime sul tema anche Fabrizio Leoni, presidente di Aqua Italia, l'Associazione costruttori trattamenti acque primarie federata Anima Confindustria: «Oggi il rialzo della materia prima continua a rimanere uno dei temi caldi delle imprese di produzione. Un primo aspetto rimangono gli alti costi dei trasporti per le importazioni; per quanto riguarda le materie plastiche, molto utilizzate nel nostro settore, l'alto costo è di fatto dovuto alla mancanza di linee di produzione dei polimeri sufficienti a coprire le trasformazioni europee. Di conseguenza, la scarsità di materiale comporta, per effetto speculativo, un rincaro del costo della materia prima. Un altro aspetto è l'enorme volume di richiesta di produzione, non tanto dovuta ad un aumento reale della domanda, ma all'effetto di una paura di rimanere senza approvvigionamento qualora si ripetesse una situazione analoga».

I prezzi non calano

Il vicepresidente di Anima, Pietro Almici, afferma che «Attualmente i prezzi di acquisto sembrano essere stabili, soprattutto per quanto riguarda l'acciaio; le materie prime continuano, quindi, ad essere molto care. Oltre al problema dei prezzi, le aziende subiscono forti ritardi nella consegna dei materiali e dei componenti e tempi di consegna dilatati per i nuovi ordinativi, per cui risulta difficile anche per le imprese rispettare le date di consegna concordate con i propri clienti. Questi ritardi comportano incertezza, aumentando la complessità per le aziende della meccanica – e non solo – di formulare offerte, pianificare la produzione e nuovi progetti. Come se non bastasse, anche il costo dell'energia è aumentato, come già avevamo avvertito negli scorsi mesi. Ora confidiamo che anche le istituzioni possano intervenire, non solo a livello nazionale, per limitare i danni comportati da questi continui aumenti. Ricordiamo che, dall'ultimo sondaggio diffuso tra le aziende associare Anima, circa il 21% delle aziende afferma di trovarsi in una situazione di difficoltà a causa della crisi dell'anno scorso e dell'aumento dei prezzi delle materie prime».

Sbloccare l'acciaio nei porti italiani

Sulla questione acciaio si era espresso nei giorni scorsi anche Gabriele Buia, presidente di ANCE (associazione nazionale costruttori edili), che mette in guardia dal “rischio concreto che le opere del Pnrr e gli interventi privati relativi al Superbonus non arriveranno nei tempi stabiliti, trasformando in un fuoco di paglia la ripresa economica in atto: "Mentre il Paese ha fame di materie prime, con lunghe attese per la fornitura di materiali, oltre mezzo milione di tonnellate di acciaio è bloccato nei porti di Marghera e Ravenna a causa delle quote all’import stabilite dalla Commissione europea. “Un paradosso inaccettabile”.
“E’ necessario che il Governo italiano si attivi immediatamente in Ue per chiedere una sospensione dei vincoli all’importazione dell’acciaio. In questo modo non daremo ulteriore spazio a speculazioni sui prezzi, che già stanno mettendo in ginocchio le imprese, e garantiremo il proseguimento della ripresa delle attività economiche.