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Boom di vendite di macchine per la cura del verde: +24,3% nel 2021
I dati del terzo trimestre 2021 indicano una netta crescita del mercato delle macchine per la cura del verde: + 24,3% rispetto al periodo gennaio-settembre del 2020. Lo spiegano i dati diffusi da Comagarden, l’associazione che riunisce i costruttori di macchine per il giardinaggio all’interno di Federunacoma.
Non tutte le categorie di prodotto crescono nello stesso modo. La crescita maggiore tra le macchine per la cura del verde è stata registrata dalle motozappatrici (+73,6%) e dai soffiatori/aspiratori (+42%), ma tutti i principali prodotti sono in crescita: rasaerba +19,5%, tagliasiepi +18,2%, motoseghe +27,3%, trimmer +30,4% e trattorini +15,8%. L’unica categoria in calo è quella degli atomizzatori, con vendite diminuite del 38,7%.
Confermato anche il trend di sviluppo delle macchine a batteria, che in tutte le categorie di prodotto registrano crescite consistenti: rasaerba +46,5%, soffiatori/aspiratori +49,2%, trimmer +61%.
L’aumento delle vendite di macchine per la cura del verde in tutta Europa, pari al +30% nel primo semestre di quest’anno, spinge anche l’export made in Italy: le esportazioni di rasaerba e motoseghe sono aumentate del 23% da gennaio a luglio 2021 secondo i dati Istat. Comagarden stima un aumento a fine anno del fatturato delle imprese del 15,3%, pari a un giro d’affari di 980 milioni di euro.
“L’attuale fase del mercato deriva da una crescita spontanea della domanda – ha spiegato Renato Cifarelli, presidente di Comagarden – giacché il settore del gardening può utilizzare poco quegli incentivi pubblici, vedi in particolare il bonus fiscale per l’acquisto di macchine con sistemi 4.0, che stanno spingendo invece il mercato delle macchine agricole. Quello che accomuna il settore del giardinaggio e quello della meccanica agricola è purtroppo la crisi delle materie prime e della logistica: i materiali ferrosi, necessari per la fabbricazione delle macchine e delle attrezzature per il gardening, sono ormai difficili da reperire se non a prezzi enormemente elevati, il costo dei container è cresciuto del 300%, la bolletta energetica incide in modo sempre più consistente e, al di là della congiuntura, difficilmente potrà tornare ai livelli precedenti. Il rischio è che l’aumento complessivo dei costi non possa più essere assorbito dall’azienda produttrice e debba essere ricaricato sui listini, anche perché ai costi di produzione si debbono aggiungere quelli per la ricerca e lo sviluppo dei prodotti, che incidono in modo ormai molto consistente sui bilanci aziendali”.
Fonte: greenretail.it
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